Nell’anno europeo delle competenze il tema del mismatch è stato sicuramente quello più analizzato e dibattuto visto che ogni fonte statistica ha potuto registrare l’allargamento sempre più crescente della forbice tra competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro. Un disallineamento frutto evidentemente di un sistema dell’orientamento non completamente coerente con i trend occupazionali.
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C’è l’ultimo Bollettino del Sistema informativo Excelsior dello scorso 13 novembre che conferma ancora l’elevato mismatch tra domanda e offerta di lavoro che interessa il 48,5% delle assunzioni che equivalgono a circa 209mila profili dei 430mila ricercati, soprattutto a causa della mancanza di candidati. Lo stesso Bollettino segnala che tra le figure professionali pressoché introvabili figurano gli operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento (sono difficili da reperire l’80,8% dei profili ricercati), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (74,5%), i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (71,9%) e i fabbri ferrai costruttori di utensili (70,8%).
Il Rapporto di “Previsione dei fabbisogni occupazionali e professionali” di Unioncamere segnala che nel quinquennio 2023-2027 ci sarà un fabbisogno di 3,7 mln di nuovi profili professionali. Si prevede che la difficoltà di reperimento del personale da parte delle imprese, già elevata, tenderà ad aumentare ulteriormente per l’accelerazione della domanda attesa e per i macro-trend digitale e green che porteranno ad un’intensificazione delle competenze richieste ai lavoratori e, di conseguenza, all’inasprimento delle criticità nel trovare personale con una preparazione adeguata a rispondere alle esigenze delle transizioni tecnologiche e ambientali.
L’indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro svolta a maggio su un campione di circa 2.350 Consulenti del Lavoro, registra che la difficoltà di reperimento di alcuni profili per le aziende rappresenta il principale ostacolo all’attuale ripresa occupazionale. Ben il 64,9% indica quest’item al primo posto tra i fenomeni che stanno maggiormente caratterizzando l’attuale fase (l’anno scorso la percentuale era del 51,2%), con punte superiori al 70% al Nord. A seguire il 27,9% indica un altro fenomeno, in parte conseguenza del primo: la difficoltà crescenti delle aziende a trattenere i giovani. Nel giro di soli due anni, la difficoltà a reperire i profili che servono alle imprese è aumentata significativamente. Complessivamente, a giugno 2023 su 1 mln 373 mila assunzioni previste dalle aziende, 631 mila risultano di difficile reperimento. La quota di “irreperibili” ha toccato nel 2023 la soglia record di 46 assunzioni su 100. Nello stesso periodo del 2022 risultava di difficile reperimento il 39,2% delle assunzioni, mentre nel 2019 tale valore si attestava al 25,6%. Se a fare notizia è soprattutto la carenza di cuochi e camerieri, tra le figure più introvabili sul mercato vi sono soprattutto operai specializzati (61,5%) e tecnici (52%).
In questo quadro che racconta del mismatch delle competenze il tema del rapporto dei giovani con il lavoro assume centralità. Il disallineamento infatti interessa in particolare la cosiddetta generazione Z, i giovani. Le nuove generazioni che si apprestano a entrare nel mercato del lavoro sono un target particolarmente difficile da intercettare e raggiungere. Lo racconta bene il Report FragilItalia “I giovani generazione Z e il lavoro”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos. L’indagine prova a dare risposte alla domanda “Come vedono il lavoro i giovani della fascia 18 – 24 anni?”. I giovani considerati non hanno difficoltà a prendere in considerazione un impiego lontano da casa (76%), considerano il lavoro soprattutto una fonte di reddito (58%), ritengono che unire lo studio con esperienze pratiche sia il modo migliore per ottenere un lavoro soddisfacente (48%), preferiscono uno stipendio con una base fissa e una componente variabile legata ai risultati raggiunti (40%).
E’ in questo scenario di incertezza che si rende necessario un confronto per provare insieme a delineare proposte che avvicinino giovani e lavoro. Ne parliamo a Verona, il prossimo 24 novembre in occasione di Job&Orienta 2023, per riflettere insieme con l’aiuto di testimonial ed esperti. Passando naturalmente dai principali protagonisti, i giovani appunto.