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8 marzo: in Italia sempre più insegnanti donne. Ecco i dati

Scritto da redazione

Secondo i dati emersi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito nelle scuole italiane, l’81,5% dei docenti è donna. Una fotografia molto nitida sulla femminilizzazione della professione docente.

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DATI UFFICIALI

In Europa occidentale, l’Italia è il paese con il maggior numero di insegnanti donne, al pari dei paesi dell’ex blocco sovietico, come Lettonia, Lituania, Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacchia, Romania e Ungheria.

Un dato predominant e che emerge è quella della presenza femminile nelle scuole dell’infanzia e primaria:  quasi il 99% delle maestre di ruolo nella scuola dell’infanzia e il 96% nella primaria sono donne.  Nella secondaria di primo grado, le donne rappresentano il 78% dei docenti, e nella secondaria di secondo grado, dove la percentuale scende al 67%.

I dati sulla professione docente femminile è un fenomeno in crescita:  l’81,5% degli insegnanti nelle scuole statali è donna (768.667 su 943.681). Il 99% delle maestre di ruolo nella scuola dell’Infanzia è donna. Il 96% delle insegnanti nella scuola Primaria è donna. Il 75% delle docenti di ruolo è donna. L’82,7% delle docenti con contratto a tempo indeterminato è donna.

Le uniche eccezioni riguardano a scuola secondaria di II grado, dove il personale docente è uomo (33%), il 25,4% nel ruolo di docente supplente.

In mezzo secolo la presenza delle donne nel mondo della scuola è aumentato dal 48% al 67%. L’aspetto ancora da migliorare riguarda i ruoli apicali o le cariche dirigenziali, dove ancora le donne – secondo il rapporto “Gender Imbalances in the Teaching Profession” (Invalsi) – le donne rappresentano il 67% degli insegnanti nella scuola secondaria superiore, ma solo il 45% dei presidi è di sesso femminile. Il 56% è donna negli istituti di scuola primaria e secondaria di primo grado, il 36%, invece, nella scuola superiore).

Secondo l’OCSE, questo gender divide può essere attribuito agli stereotipi che legano la figura della donna al ruolo di insegnante. Unitamente a questo l’orario flessibile del lavoro di insegnante, che consente a molte madri di conciliare il tempo del lavoro con quello della famiglia.

Migliorare il riconoscimento e la remunerazione della professione di insegnante potrebbe – secondo l’OCSE – potrebbe aiutare ad equilibrare la figura dell’insegnate uomo e donna e riqualificare la professione nel mondo della scuola e della società.

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