Sicurezza sul lavoro
Più ispettori, più strumenti, più controlli, più fondi per la prevenzione, più formazione, regole più severe. Da inserire in un corale intervento di promozione della cultura della sicurezza, non solo sul lavoro. Questa la direzione lungo la quale si muovono gli interventi e le azioni del Governo in materia, illustrate giovedì 21 marzo dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, in due diverse informative rese alle due Assemblee della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
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“Le tragedie che ci troviamo ad affrontare troppo spesso, quasi quotidianamente, ci costringono a confrontarci con una realtà che necessita non solo di interventi ben definiti, ma anche di una nuova cultura e consapevolezza della tutela della salute e della sicurezza – ha affermato il Ministro a Palazzo Madama – Solo qualche mese fa, in questa stessa Aula, la convergenza tra maggioranza e opposizione su un tema così delicato, da essere comune a tutte le forze politiche, ha permesso l’approvazione di una mozione unitaria che impegnava il Governo a mettere in campo una serie di azioni. Oggi, nel mio ruolo di Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, rendo questa informativa per darvi conto di quanto fatto anche rispetto agli impegni presi”.
L’intervento in Senato è disponibile a questo linkApre in una nuova scheda.
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Informativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e conseguente discussione (ore 11,06)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca: «Informativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro».
Ha facoltà di parlare il ministro del lavoro e delle politiche sociali, dottoressa Calderone.
CALDERONE, ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, signori senatori, vi è l’urgenza nel nostro Paese di implementare la cultura della sicurezza in tutti gli ambiti della vita lavorativa. Mai avrei voluto assistere a nuove tragedie sul lavoro. Ciononostante, siamo costretti ad affrontare questo tema, non senza aver prima rivolto un pensiero alle vittime e alle loro famiglie. (Applausi).
Con la presente informativa intendo condividere gli interventi e le azioni più recenti che il Governo ha posto in essere in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. I fatti accaduti di recente a Firenze e le tragedie che ci troviamo ad affrontare troppo spesso, quasi quotidianamente, ci costringono a confrontarci con una realtà che necessita non solo di interventi ben definiti, ma anche di una nuova cultura e consapevolezza della tutela della salute e della sicurezza.
Solo qualche mese fa, in questa stessa Aula, la convergenza tra maggioranza e opposizione su un tema così delicato, da essere comune a tutte le forze politiche, ha permesso l’approvazione di una mozione unitaria che impegnava il Governo a mettere in campo una serie di azioni.
Oggi, nel mio ruolo di Ministro del lavoro e delle politiche sociali, rendo questa informativa per darvi conto di quanto fatto anche rispetto agli impegni presi. Fin dal nostro insediamento, il Governo è intervenuto al fine di arginare il fenomeno delle morti bianche e dei gravi infortuni sul lavoro. Lo abbiamo fatto pensando non solo ai lavoratori di oggi, ma anche a quelli di domani, con interventi trasversali che guardano al mondo del lavoro, delle imprese e della scuola e improntati alla prevenzione e alla formazione, alla sensibilizzazione e alle azioni concrete di contrasto all’irregolarità. Si tratta di azioni urgenti e doverose, non da ultimo per dare un segnale forte a quei datori di lavoro che pensano di poter eludere il sistema delle regole a tutela dei lavoratori e anche agli stessi lavoratori che devono contribuire a far implementare la cultura della sicurezza in ambito lavorativo.
Posso dire che, rispetto ai punti della mozione approvata a settembre, molti interventi erano già in corso di definizione e altri sono stati coperti dai più recenti provvedimenti non governativi.
Il provvedimento normativo che è all’esame delle Commissioni della Camera dei deputati in questi giorni – il decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19 (cosiddetto decreto PNRR-bis) – risponde proprio a queste esigenze e contiene un pacchetto di norme del Ministero del lavoro e delle politiche sociali recanti disposizioni in materia di contrasto al lavoro sommerso e di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Su queste disposizioni normative è in atto un confronto tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e le parti sociali e datoriali sulle disposizioni in materia di salute e sicurezza.
Con riferimento agli interventi effettuati nel decreto-legge PNRR-bis, abbiamo anche avuto modo di confrontarci con le parti sociali e datoriali e abbiamo insediato un tavolo che si riunirà a cadenza settimanale per accompagnare l’implementazione delle norme, con un primo intervento tenutosi il 15 marzo scorso, poi successivamente il 18 marzo e, infine, è già programmata una riunione per il prossimo 26 marzo. Si tratta di un confronto concreto sulle disposizioni per mantenere aperto un dialogo fattivo e costante con le parti sociali e datoriali e raggiungere insieme l’obiettivo di un più effettivo contrasto agli infortuni nei luoghi di lavoro.
Passando al merito dell’intervento normativo, rilevo che abbiamo provveduto al potenziamento degli organici e delle professionalità degli enti preposti ai controlli in tema di rispetto delle misure di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro. Questo è il Governo che più di tutti ha rafforzato il numero e gli strumenti a disposizione degli ispettori del lavoro. Tra quelli che abbiamo già assunto e quelli previsti dalle nuove norme, ai 2.300 che avevamo in servizio ne aggiungiamo oltre 1.600. Di questi ultimi, circa 800 ispettori tecnici sono già stati assunti e sono già in servizio.
Con le più recenti disposizioni, abbiamo prorogato sino al 31 dicembre 2025 le autorizzazioni all’assunzione di personale ispettivo non utilizzate dall’Ispettorato nazionale del lavoro (INL), per un numero complessivo di 466 unità, e lo abbiamo autorizzato per il triennio 2024-2026 all’assunzione di ulteriori 250 unità di personale ispettivo, da impiegare nell’attività di vigilanza in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, e di 50 unità di personale per l’Arma dei carabinieri. A questo si deve aggiungere l’intervento che abbiamo fatto per eliminare il ruolo a esaurimento degli ispettori dell’INPS e dell’INAIL. Quindi, i due corpi ispettivi, cioè le due amministrazioni, potranno ricorrere a nuovi bandi di assunzione.
L’INL avrà inoltre la possibilità di bandire concorsi su base regionale, così da garantire una copertura maggiore dei posti vacanti, oltre a poter contare su un rafforzamento del trattamento economico complessivo; ciò al fine di scongiurare ciò che è accaduto nel recente passato, ove molto spesso i vincitori di concorsi hanno deciso di rinunciare all’impiego a causa della lontananza dalla sede e del trattamento retributivo.
In questo modo, l’obiettivo del Governo è mettere a disposizione dell’Ispettorato un contingente ancora più ampio di personale tecnico addetto al controllo dei luoghi di lavoro. A questo proposito, rilevo che nel 2023 abbiamo avuto un incremento del 20 per cento delle ispezioni, che arriverà anche grazie al completamento della formazione del personale, assunto lo scorso anno, al 40 per cento nel 2024. Quando avremo in servizio l’intero contingente per cui abbiamo legiferato, avremo la possibilità di raddoppiare la nostra forza e, quindi, il numero delle ispezioni che potranno essere messe in campo.
Con la mozione di cui parliamo ci eravamo impegnati a effettuare una valutazione analitica della possibile relazione causale tra gli istituti del decentramento produttivo, tra cui la subfornitura, il subappalto e il distacco da una parte, e l’eventuale abbassamento della soglia delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro, dall’altra. Siamo andati oltre e abbiamo previsto l’inasprimento delle sanzioni, intervenendo sia sulle sanzioni amministrative in materia di contrasto al lavoro sommerso in edilizia e in agricoltura, sia sul piano penale con la reintroduzione e l’aggravamento delle sanzioni penali di contrasto al fenomeno della somministrazione abusiva di lavoro, spesso dissimulata da contratti di appalto e distacchi fittizi.
Siamo inoltre intervenuti in tema di appalto fittizio con l’estensione della responsabilità solidale tra committente, imprenditore o datore di lavoro e appaltatore o subappaltatore nei confronti dei lavoratori anche alla figura dell’appaltatore fittizio, ovvero di colui che ricorre alla somministrazione di prestatori di lavoro da parte di soggetti non autorizzati, integrando così la fattispecie della somministrazione illecita di lavoro. In questo modo, mentre oggi l’appaltatore fittizio non era ritenuto responsabile delle violazioni in materia di lavoro, non essendo il reale fruitore delle prestazioni lavorative, da questo momento sarà tenuto a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi, nonché i contributi previdenziali e i premi assicurativi dovuti in relazione al periodo di esecuzione dell’appalto.
Sempre nell’ambito degli appalti pubblici e privati, secondo le nuove disposizioni il responsabile unico del procedimento (RUP) o il committente dovrà richiedere il certificato di congruità dell’incidenza della manodopera sull’opera complessiva prima di procedere al saldo finale dei lavori. Ferme restando le soglie e le responsabilità già previste dall’apposito decreto ministeriale, che disciplina la congruità del costo della manodopera e i relativi oneri per le imprese edili esecutrici dei lavori, la nuova disposizione introduce una specifica sanzione, colpendo gli autori delle condotte di natura omissiva.
Al fine di incentivare la regolarizzazione in materia contributiva da parte dell’azienda e di favorire nel contempo l’emersione del lavoro irregolare, è stata prevista una disciplina specifica in materia di compliance. In caso di pagamento spontaneo effettuato entro un certo termine, vengono ridotte le sole sanzioni previste dalla normativa vigente – lo sottolineo – e vi è la possibilità di accedere al cosiddetto ravvedimento operoso, nel caso in cui la denuncia della situazione debitoria sia effettuata spontaneamente da parte del datore di lavoro prima della contestazione o della richiesta da parte dell’ente impositore. A settembre ci eravamo impegnati a introdurre disposizioni in favore delle imprese che assicurassero ulteriori e più salde tutele per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e a rafforzare le misure sanzionatorie per le imprese che si rendessero responsabili di violazioni in tema di sicurezza. Abbiamo rispettato entrambi gli impegni.
Da un lato, con la lista di conformità dell’INL, introduciamo uno strumento in favore dei datori di lavoro che dimostrino comportamenti corretti e rispettosi delle regole nella gestione dei rapporti di lavoro. I datori di lavoro che siano stati oggetto di accertamento ispettivo, da cui non sia emersa alcuna violazione o irregolarità in materia di lavoro, legislazione sociale e di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, saranno iscritti nella lista di conformità, che è un apposito elenco informatico consultabile pubblicamente. L’iscrizione alla lista di conformità dell’INL determina la mancata sottoposizione, per un periodo di dodici mesi dalla data di iscrizione, a ulteriori verifiche da parte dell’INL nelle materie oggetto degli accertamenti. Resta la possibilità di effettuare verifiche in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche a seguito di specifiche richieste di intervento, nonché di indagini demandate dalle competenti procure della Repubblica.
Dall’altro lato, dopo sedici anni dall’entrata in vigore del decreto legislativo n. 81 del 2008, introduciamo un sistema di qualificazione delle imprese, la cosiddetta patente a crediti, che i sindacati e diverse forze politiche chiedevano da anni, agendo per una maggiore responsabilizzazione delle imprese. La patente costituirà, a decorrere dal 1° ottobre 2024, un titolo abilitativo il cui possesso consentirà alle imprese e ai lavoratori autonomi di operare nell’ambito di cantieri temporanei o mobili. Nell’elaborare questo strumento, due sono stati i principi ispiratori: la sicurezza e la formazione. Perciò, se la patente subisce una decurtazione dei punti a seguito di violazioni in materia di salute e sicurezza, deve rilevarsi che proprio la formazione in quelle stesse materie consente il riacquisto dei crediti perduti. Il garantismo fa sì che le decurtazioni avvengano solo qualora siano stati adottati provvedimenti definitivi, sanzionatori o di accertamento.
Questa è una norma dello Stato e un principio assolutamente da ricordare.
Tuttavia, per rendere efficace lo strumento, abbiamo previsto che nelle ipotesi più gravi, ovverosia nei casi in cui si sia verificata la morte o un’inabilità permanente al lavoro (assoluta o parziale), la competente sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, valutate le circostanze del caso concreto, abbia facoltà di sospendere in via cautelativa la patente fino a un massimo di dodici mesi.
Garantire maggiore consapevolezza, ma anche una formazione costante e ulteriore rispetto a quanto già ampiamente previsto dall’apposito Testo unico sulla sicurezza, è il principio che contraddistingue le previsioni in materia di riaccreditamento della patente. Dunque, per rafforzarne la valenza e l’importanza, abbiamo previsto l’obbligo per il committente o il responsabile dei lavori di verifica del possesso della patente non solo nei confronti dell’impresa affidataria, ma in generale di tutte le imprese esecutrici o dei lavoratori autonomi presenti sul cantiere, anche e soprattutto in virtù di subappalti. Questo al fine di responsabilizzare tutti i soggetti che a diverso titolo intervengono sui cantieri e hanno poteri e obblighi nei confronti dei lavoratori.
Vorrei sottolineare che la patente è stata definita a crediti, perché ovviamente non mira ad attribuire un punteggio alla vita umana, che ha un valore incalcolabile su cui credo non si debba ironizzare, o ad altri infortuni che possono riguardare i lavoratori, ma mira a qualificare le imprese come strumento di riconoscimento di quelle virtuose che operano correttamente sul mercato.
Possiamo dare un riscontro positivo anche rispetto agli impegni relativi alla promozione della cultura della sicurezza sul lavoro in riferimento a ogni livello di istruzione e formazione, prevedendo altresì il coinvolgimento con apposite attività formative delle classi docenti e l’eventuale introduzione di un insegnamento ad hoc. La consapevolezza dei propri diritti e doveri, soprattutto in ambito lavoristico e di sicurezza, è un valore che dobbiamo trasmettere ai più giovani. Gli studenti di oggi saranno i lavoratori e i datori di lavoro di domani e devono essere coscienti di quanto le loro azioni possano incidere su di sé e sugli altri. Tocca a noi come adulti, ma soprattutto come rappresentanti delle istituzioni, dotarli di tutti gli strumenti necessari per responsabilizzarli già da oggi.
Diverse sono le iniziative del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che sono rivolte ai giovani e che vedono una capillare ed estesa rete di collaborazioni interattive e sinergiche con diversi soggetti istituzionali, che ha consentito e consente tuttora di condividere strategie finalizzate ad adottare politiche attive in materia di salute e sicurezza.
Mi piace citare, tra le diverse iniziative di competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il bando di concorso nazionale dal titolo «Salute e sicurezza insieme! La prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro si imparano a scuola», indetto d’intesa con il Ministero dell’istruzione e del merito.
Ho accolto con favore l’approvazione alla Camera della proposta di legge che introduce l’insegnamento del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle scuole secondarie di secondo grado, al fine di far acquisire le conoscenze dei capisaldi dell’ordinamento e delle principali normative che riguardano il lavoro. Le finalità perseguite sono comuni al percorso del nostro Esecutivo e sono connesse alla necessità di contribuire a formare cittadini consapevoli dei diritti, dei doveri e delle tutele del lavoratore, affinché siano responsabili e attivi nel rispetto delle regole connesse a questo status. Il coinvolgimento delle vittime stesse di infortuni che portino la loro testimonianza potrà stimolare una riflessione sulla rilevanza della materia e divulgare maggiormente e in modo migliore l’importante messaggio del valore della prevenzione in grado di investire ogni aspetto della vita quotidiana.
Con il decreto-legge n. 48 del 2023, il cosiddetto decreto lavoro, avevamo introdotto misure a favore dei giovani studenti, prevedendo per l’anno scolastico accademico 2023-2024 l’estensione della tutela assicurativa INAIL allo svolgimento delle attività d’insegnamento e apprendimento per gli studenti e il personale del sistema nazionale di istruzione e formazione, della formazione terziaria professionalizzante e della formazione superiore.