L’importanza della sentenza del Consiglio di Stato n. 9408/2024 sulla regolamentazione delle professioni non organizzate
SENTENZA
La recente sentenza n. 9408/2024 del Consiglio di Stato, pubblicata il 22 novembre 2024, rappresenta un punto di svolta significativo per la comprensione del rapporto tra le professioni regolamentate e quelle non organizzate in ordini o collegi. L’argomento tocca un tema cruciale: come garantire trasparenza e tutela sia per i professionisti che per i consumatori in un panorama professionale sempre più diversificato.
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La controversia: professioni regolamentate contro professioni non organizzate
Al centro della sentenza vi è il ricorso dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili della Provincia di Perugia contro l’iscrizione dell’Associazione Nazionale Tributaristi L.A.P.E.T. nell’elenco delle associazioni professionali istituito dalla legge 4/2013. Questa legge regola le professioni non organizzate in ordini o collegi, riconoscendo loro una legittimità operativa purché rispettino determinati requisiti di trasparenza e professionalità.
L’Ordine dei Commercialisti contestava che tale iscrizione potesse generare confusione tra i consumatori e legittimare attività che, secondo loro, dovrebbero essere riservate ai soli iscritti agli albi professionali.
Cosa ha stabilito il Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso, confermando quanto già stabilito dal TAR Lazio. La sentenza ha ribadito alcuni principi fondamentali:
- Libertà di esercizio per le professioni non regolamentate: La legge 4/2013 consente ai professionisti non iscritti ad albi o collegi di svolgere attività non riservate, a condizione che rispettino la normativa vigente.
- Ruolo del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE): Il MISE è chiamato a verificare solo gli aspetti formali delle domande di iscrizione nell’elenco delle associazioni professionali, senza necessità di un’istruttoria approfondita sulle attività svolte dagli iscritti.
- Tutela del consumatore: I professionisti non regolamentati devono specificare chiaramente la loro appartenenza alla legge 4/2013 in ogni documento e rapporto con i clienti, garantendo trasparenza e prevenendo confusione con i professionisti iscritti agli albi.
Perché questa sentenza è importante
La decisione del Consiglio di Stato chiarisce diversi aspetti cruciali per il mondo professionale e per i consumatori:
- Valorizzazione delle professioni non organizzate: Promuove l’associazionismo e il riconoscimento delle competenze dei professionisti non regolamentati, garantendo comunque il rispetto delle attività riservate ai professionisti iscritti ad albi.
- Equilibrio tra concorrenza e regolamentazione: La sentenza evita il rischio di sovrapposizioni indebite, tutelando al tempo stesso i professionisti regolamentati e i consumatori.
- Chiarezza normativa: Ribadisce che l’iscrizione nell’elenco ministeriale non ha valore abilitativo, ma è un riconoscimento formale che favorisce la trasparenza e la qualità dei servizi offerti.
Implicazioni per il mercato professionale
La sentenza rappresenta un’opportunità per i professionisti non regolamentati di accrescere la loro credibilità, grazie all’appartenenza ad associazioni che garantiscono formazione continua e trasparenza. Allo stesso tempo, rassicura i professionisti regolamentati che le attività riservate rimangono protette dalla legge.
Per i consumatori, questa decisione si traduce in una maggiore tutela, grazie all’obbligo per le associazioni di vigilare sul rispetto delle norme da parte dei propri iscritti e di offrire strumenti di garanzia, come sportelli dedicati per risolvere eventuali controversie.
Sentenza n. 9408/2024
La sentenza n. 9408/2024 del Consiglio di Stato rafforza il quadro normativo per le professioni non organizzate, riconoscendo il loro ruolo nel mercato e garantendo al tempo stesso che le attività riservate rimangano di esclusiva competenza degli iscritti agli albi. Questo equilibrio tra innovazione e tutela rappresenta un modello virtuoso per il futuro del sistema professionale italiano.