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Proroga CIAD: perché 30 giorni non bastano e perché è una discriminazione

Scritto da Joseph Zambito

La Proroga Insufficiente per la Certificazione CIAD

La recente notizia di una possibile proroga al 30 maggio 2025 per ottenere la Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale (CIAD) per l’inserimento nelle graduatorie di terza fascia del personale ATA solleva molteplici criticità. Sebbene la misura possa apparire come un tentativo di agevolare i candidati, si tratta di un intervento insufficiente per affrontare le difficoltà strutturali esistenti e si configura come un’ulteriore discriminazione rispetto ad altri concorsi pubblici, come quello per i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA).

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Perché la Proroga di 30 Giorni Non Risolve il Problema?

L’accesso alle graduatorie ATA è vincolato al possesso della CIAD, un requisito introdotto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2019/21. Tuttavia, il processo per ottenere questa certificazione è complesso e caratterizzato da ostacoli burocratici e logistici:

  • Tempistiche di Certificazione: Il conseguimento della CIAD richiede il superamento di esami specifici, inclusa la prova finale con accreditamento da parte di Accredia. Questo iter necessita di tempo e non può essere compresso in soli 30 giorni.
  • Numero Limitato di Enti Certificatori: Attualmente, il numero di enti accreditati per il rilascio della CIAD è molto ridotto, limitando la possibilità per tutti i candidati di ottenere la certificazione nei tempi previsti.
  • Mancanza di Informazione: Molti aspiranti ATA non sono ancora a conoscenza dell’importanza della CIAD e della sua necessità per l’inserimento nelle graduatorie.
  • Elevato Numero di Aspiranti: Si stima che su circa 2 milioni di domande presentate, solo 200.000 candidati abbiano già ottenuto la certificazione. Questo dato evidenzia una disparità tra il numero di persone che necessitano della CIAD e la capacità degli enti di formazione di rilasciarla in tempo utile.

Disparità di Trattamento con il Concorso DSGA

Un altro aspetto critico è la discriminazione tra i candidati ATA e quelli che partecipano al concorso per DSGA. Il Decreto Dipartimentale n. 3122 del 12 dicembre 2024 prevede che:

“I candidati che non siano in possesso della certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale prevista come requisito di accesso dal nuovo ordinamento contrattuale sono ammessi alle prove concorsuali con riserva di conseguire detta certificazione entro la data di immissione in ruolo.” (art. 3 comma d e art. 4 comma 5 lettera o)

Ciò significa che i candidati DSGA possono ottenere la certificazione anche dopo l’ammissione alle prove concorsuali, mentre i candidati ATA devono possederla in anticipo, pena l’esclusione dalle graduatorie. Questa differenza di trattamento è ingiustificata e viola il principio di equità nel reclutamento del personale scolastico.

Soluzioni Necessarie per una Vera Equità

Alla luce di queste problematiche, è fondamentale che il Ministero dell’Istruzione adotti misure più efficaci per garantire pari opportunità a tutti i candidati. Le soluzioni possibili includono:

  1. Proroga Adeguata della Scadenza: Estendere la scadenza almeno fino alla prossima finestra di aggiornamento delle graduatorie, per permettere ai candidati di ottenere la certificazione senza discriminazioni temporali.
  2. Ammissione con Riserva fino all’Immissione in Servizio: Prevedere per i candidati ATA la stessa possibilità concessa ai DSGA, consentendo loro di ottenere la CIAD entro la data di stipula del primo contratto di supplenza.
  3. Aumento degli Enti Certificatori Accreditati: Incentivare l’accreditamento di nuovi enti per facilitare l’accesso alla certificazione e ridurre i tempi di attesa.

Un’Ingiustizia da Correggere

L’attuale gestione della proroga CIAD rischia di lasciare fuori dalle graduatorie ATA migliaia di candidati per mere questioni burocratiche, penalizzando chi ha meno tempo o risorse per ottenere la certificazione entro la scadenza ristretta. La disparità di trattamento rispetto al concorso DSGA evidenzia un’incongruenza normativa che deve essere sanata per garantire equità nel reclutamento del personale scolastico.

Se il Ministero non interverrà con misure correttive, molti aspiranti ATA rischieranno l’esclusione, con un impatto negativo non solo sui candidati, ma sull’intero sistema scolastico, che vedrà ridursi le risorse disponibili per il personale amministrativo. È necessario un intervento immediato per correggere questa ingiustizia e garantire pari opportunità a tutti i lavoratori della scuola.

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Joseph Zambito

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