Pubblicato il XIV Rapporto sugli stranieri nel mercato del lavoro in Italia, promosso dal Ministero del Lavoro e coordinato da Sviluppo Lavoro Italia
Oltre 1,6 milioni di lavoratori extracomunitari al primo gennaio 2023 (+0,2% in un anno) e più di 700 mila lavoratori stranieri Ue (-0,5%). E le assunzioni dei cittadini extra UE (oltre 1,9 milioni) continuano ad aumentare (+6,7%). Queste tendenze sono messe in luce dal XIV Rapporto sugli stranieri nel mercato del lavoro in Italia, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e frutto della collaborazione tra Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Dipartimento per le politiche sociali, del terzo settore e migratorie, Direzione Generale delle Politiche attive del lavoro, Direzione Generale dell’Innovazione tecnologica, delle Risorse strumentali e della Comunicazione, Istat, Inps, Inail, Unioncamere, Ocse con il coordinamento esecutivo di Sviluppo Lavoro Italia.
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Occupati stranieri
Più precisamente gli occupati stranieri sono risultati essere 2.373.579 (di cui 1.659.234 extra UE), 303.556 le persone in cerca di lavoro (di cui 213.289 extra UE) e 1.146.014 gli inattivi (di cui 838.806 extra Ue). Il 15,6% dei disoccupati e il 9,3% degli inattivi sono cittadini non italiani.
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Divari di genere
Per quanto riguarda i divari di genere, significativo il gap nell’occupazione extra UE: il 75% degli uomini con cittadinanza extra UE è occupato, mentre tra le donne l’incidenza crolla al 45,6%. Sono diminuiti sia il numero dei disoccupati (-6,2%, -5,8% tra gli extracomunitari), sia quello degli inattivi (-4,4%; -6,0% tra gli extracomunitari). Il tasso di occupazione dei cittadini Ue in Italia è pari al 63,8%, quello degli extracomunitari è pari al 60,7% (mentre quello degli italiani è del 61,5%); il tasso di disoccupazione dei cittadini Ue in Italia è pari all’11,2%, quello degli extracomunitari è pari all’11,4% (mentre quello degli italiani è del 7,2%).
Settori
I settori con la più alta incidenza di stranieri sono i servizi personali e collettivi (30,4%), l’agricoltura (18,0%), la ristorazione e il turismo (17,4%) e le costruzioni (16,4%).
Per quanto riguarda i Neet (i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano), in Italia nel 2023 gli stanieri sono risultati essere 1 milione e 400 mila, di cui il 2,9% composto da comunitari e il 12% da non comunitari. Il corrispondente tasso di Neet è risultato pari al 21,1% per gli stranieri Ue e al 26,5% per gli stranieri non Ue.
Assunzioni
Le assunzioni di cittadini stranieri, secondo il Sistema delle Comunicazioni Obbligatorie, sono state 2.518.047 unità, di cui il 75,9% extracomunitari. In un anno l’aumento è stato del 4,7% (6,7% per gli extra Ue). Il consolidamento della domanda ha avuto un impatto maggiore sulla componente maschile della forza lavoro. In particolare, nel caso delle donne extra UE si è registrata una variazione positiva del 2,8% (-0,8% nel caso delle donne UE). La componente maschile extracomunitaria è cresciuta invece dell’8,5%, quella comunitaria è diminuita dello 0,9%. Con riferimento all’età dei cittadini stranieri, sia UE che extra Ue, le classi dei più anziani, da 55 a 64 anni e 65 anni e oltre, mostrano i trend di crescita più cospicui.
Comparto
Il comparto nel quale si rileva la più alta concentrazione di attivazioni che hanno riguardato lavoratori stranieri è l’agricoltura (40,8%), cui seguono costruzioni (34,2%), industria in senso stretto (23,1%), altre attività nei servizi (14,6%) e commercio e riparazioni (14,2%).
Elevato il numero di attivazioni destinate a cittadini marocchini (198.422 rapporti di lavoro), albanesi (166.757), bangladesi (137.832), pakistani (121.598), ucraini (112.894), indiani (107.461) ed egiziani (104.342).
Lavoro richiesto
Il lavoro più richiesto è quello di bracciante agricolo (550.861 assunzioni, di cui 387.999 extra Ue): il 21,9% di tutte le attivazioni degli stranieri ha riguardato questo profilo. Seguono gli addetti all’assistenza personale (195.651, di cui 134.281 extra Ue) e i camerieri e professioni assimilate (174.808, di cui 129.188 extra Ue).
Rapporti di lavoro cessati
Parallelamente, rispetto ai 12 mesi precedenti, il numero dei rapporti di lavoro cessati (2.346.559) è aumentato del 2,8% (+4,3% per gli extracomunitari). I settori a più forte concentrazione di cessazioni che hanno coinvolto i lavoratori stranieri sono soprattutto le altre attività nei servizi e l’agricoltura: tali settori hanno raccolto rispettivamente il 68% e il 12% dei rapporti di lavoro giunti a termine o interrotti anzitempo.
Oltre un terzo del totale dei rapporti cessati nel 2023 ha avuto una durata inferiore al mese (24,0% nel caso della componente UE e 21,5% nel caso di quella extra UE).
Titolari extra UE di imprese
Nel 2023 il numero dei titolari extra UE di imprese – complessivamente 392.489, pari al 13% del totale – è risultato in aumento di circa 2 mila unità (+0,5% rispetto al 2022). Gli imprenditori non comunitari sono prevalentemente concentrati nei settori del commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli etc. (il 38,6% del totale) e nelle costruzioni (il 23,8%).
Progetto PUOI
Per quanto riguarda le politiche attive del lavoro, il rapporto dedica un focus al progetto PUOI (Protezione Unita a Obiettivo Integrazione), promosso dalla Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e realizzato da Sviluppo Lavoro Italia (già Anpal Servizi). Nell’ambito dei percorsi finalizzati all’inserimento socio-lavorativo di migranti vulnerabili, sono stati avviati dal 2018 al 2023 3.120 tirocini, di cui 2.046 (il 66%) giunti a conclusione.
Il rapporto
Il rapporto mette in luce anche altri fenomeni sociali che rivelano come sia ancora problematica l’integrazione degli stranieri: la dispersione scolastica è risultata essere pari al 18,9% per gli stranieri Ue e al 29,5% per gli extracomunitari (quella degli italiani è del 9%); la povertà assoluta colpisce il 33,2% delle famiglie composte da stranieri (il 6,3% di quelle italiane).
Gli infortuni
Tra gennaio e dicembre 2023 gli infortuni occorsi ai lavoratori stranieri sono stati 118.096, il 20,8% del totale; in particolare 96.558 casi hanno riguardato gli extracomunitari e 21.538 quelli Ue. Sono stati denunciati 209 decessi sul lavoro di lavoratori stranieri (19,2% del totale) con un aumento del 13,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono stati denunciati 204 decessi sul lavoro di lavoratori stranieri (19,6% del totale), in calo di 5 casi rispetto al 2022: questi decessi sono tutti riconducibili agli Ue (da 53 a 48), mentre è stazionario l’andamento degli extra Ue (156 in entrambi i periodi).
Sintesi
XIV Rapporto sugli stranieri nel mercato del lavoro in Italia